Educare alla bellezza è un mestiere duro, che spesso si scontra con la pigrizia e la diffidenza. Servirsi della bellezza come mezzo di intrattenimento è faticoso e richiede uno studio attento, meticoloso, rigoroso. Rendere la bellezza contemporanea e fruibile è il risultato di un algoritmo dei più complessi, specialmente sei si parla di televisione. Divertire, far riflettere e commuovere attraverso la bellezza è un esercizio di raffinatezza. Un compito a casa sul quale ragionare. Un istinto da seguire. Un equilibrio da abbozzare. Per trovare tutto questo, che lo si stia cercando di proposito o ci si incappi accidentalmente, il campanello da suonare è quello di Mika. Svincolato dalla missione di scovare il talento altrui, il performer metà libanese metà inglese e un po’ italiano da prova del suo di talento nell’intrattenere una nazione che non è la sua e che, da fine osservatore, riesce a decifrare più degli italiani stessi. Quella di Mika è una casa che sa di casa. Intima, rassicurante, viva. E il padrone di questa casa è dei più piacevoli, elegante nel suo accento straniero, nell’ingenuità accennata, nello spettacolo che offre. I monologhi, i duetti con i suoi ospiti, gli sketch con Virginia Raffaele, le clip in cui si finge tassista: elementi di un varietà che in molti hanno cercato di riportare in auge ma in pochissimi erano riusciti a riproporre degnamente. La formula vincente del servizio pubblico. Tutto questo è Stasera Casa Mika. Il conduttore ci dice che le persone si dividono in due categorie: quelle che fanno uscire la loro anima a casa e quelle che lo fanno fuori, perché a casa non ci stanno mai. Lui riesce però a far combaciare queste due attitudini ospitandoci in una casa dove prima di entrare si è caldamente invitati a lasciare pregiudizi, approssimazione e cattivo gusto fuori dalla porta.
Dove c'è Mika c'è Casa
Educare alla bellezza è un mestiere duro, che spesso si scontra con la pigrizia e la diffidenza. Servirsi della bellezza come mezzo di intrattenimento è faticoso e richiede uno studio attento, meticoloso, rigoroso. Rendere la bellezza contemporanea e fruibile è il risultato di un algoritmo dei più complessi, specialmente sei si parla di televisione. Divertire, far riflettere e commuovere attraverso la bellezza è un esercizio di raffinatezza. Un compito a casa sul quale ragionare. Un istinto da seguire. Un equilibrio da abbozzare. Per trovare tutto questo, che lo si stia cercando di proposito o ci si incappi accidentalmente, il campanello da suonare è quello di Mika. Svincolato dalla missione di scovare il talento altrui, il performer metà libanese metà inglese e un po’ italiano da prova del suo di talento nell’intrattenere una nazione che non è la sua e che, da fine osservatore, riesce a decifrare più degli italiani stessi. Quella di Mika è una casa che sa di casa. Intima, rassicurante, viva. E il padrone di questa casa è dei più piacevoli, elegante nel suo accento straniero, nell’ingenuità accennata, nello spettacolo che offre. I monologhi, i duetti con i suoi ospiti, gli sketch con Virginia Raffaele, le clip in cui si finge tassista: elementi di un varietà che in molti hanno cercato di riportare in auge ma in pochissimi erano riusciti a riproporre degnamente. La formula vincente del servizio pubblico. Tutto questo è Stasera Casa Mika. Il conduttore ci dice che le persone si dividono in due categorie: quelle che fanno uscire la loro anima a casa e quelle che lo fanno fuori, perché a casa non ci stanno mai. Lui riesce però a far combaciare queste due attitudini ospitandoci in una casa dove prima di entrare si è caldamente invitati a lasciare pregiudizi, approssimazione e cattivo gusto fuori dalla porta.
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