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da rai.it |
Spodestato il Principe, l'ex concorrente promosso a conduttore ha infatti da allora condotto una battaglia che ha regalato allo spettatore italiano un prodotto inedito e a tratti, senza alcun dubbio, geniale. Più che un viaggio attraverso terre lontane, Pechino Express è diventato un percorso di redenzione in autostop per molteplici personaggi dello spettacolo altrimenti costretti dentro a copertine di settimanali mono-titolo in cui il photoshop più spicciolo dilaga. Veline, attori di fotoromanzi e showgirl anni 80, tutti decontaminati da un'arretratezza mediatica diffusa. Dive note o fino ad allora sconosciute hanno illuminato i cammini asiatici e sudamericani: dalla già citata Izzo alla Marchesa d'Aragona, da Eva Grimaldi a Shalpy fino ad arrivare a Nostra Signora Tina Cipollari. Se in qualunque altro reality show avrebbero capitolato sotto critiche spietate, con Pechino Express hanno conquistato le più recondite latitudini di pubblico. Un "reality del fare" che ha dato alla luce figure mitologicamente televisive in caso contrario sconosciute, esilarantemente sfacciate: Costantino Della Gherardesca in primis, la Cattiva Angelina, Fariba la Persiana e Silvia Farina. Cosa ci potrebbe mai essere di più originale del conoscere la Cambogia attraverso gli occhi di Corinne Clery o addentrarsi virtualmente nelle favelas brasiliane con Paola Barale? Forse solo vedere Licia Colò sul trono di Uomini e Donne.
Tanti sono i meriti da attribuire a Pechino Express, lo show più bello della televisione italiana.
Ma il fuoco delle rivoluzioni rischia comunemente di spegnersi facilmente. E dopo l'edizione peggio riuscita dell'anno scorso, quella di quest'anno sta provando a dare al programma nuova linfa. Una stagione che molto si affida al cavallo di razza scoperto, ça va sans dire, da Maria De Filippi e alla sua irriverenza. Le esigue difficoltà linguistiche dovute ai paesi latini, prove fin troppo semplici e televisivamente non del tutto efficaci e una eccessiva lunghezza della messa in onda rischiano però di offuscare le potenzialità innegabili del programma.
Con la speranza che lo show ravvivi le braci rivoluzionarie, magari traslocando nei paesi arabi come nei progetti del conduttore, hasta Pechino Express siempre!
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