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da it.wikipedia.org |
Anche i barbari si stancano di fare i barbari. Perché essere barbari comporta energia, passione
fredda e appetito bulimico. Lo sa
bene Daria Bignardi, ogni mercoledì sera in diretta da Milano su La7. Sempre
più professoressa in età pensionabile che corsaro. Sempre più scrittrice (di
successo) che conduttrice TV. C’ è da
dire che Madame Bignardi lo va ripetendo da un paio d’anni. La televisione la
vuol fare sempre meno e, quando non la fa, né le manca né la guarda più di
tanto. A pesare sull’affaticata Daria sono le oltre due ore e mezza di
trasmissione imposte dalla dirigenza. Se di tale impegno altre colleghe che
rispondono al nome Barbara e al cognome D’Urso ne fanno un vanto, una bandiera
da sventolare, un riconoscimento dovuto, la stanca Bignardi sembra voglia, con
grande felicità, liberarsene. Mai più Barbara, né barbarica.
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da ilgiornale.it |
Cerca addirittura un sostituto, la non più
barbarica Daria. È sembra averlo individuato in Alessandro Cattelan, classe
1980. Lui, mandato in panchina il
collega vj Maccarini (oggi desaparecido) ai tempi di TRL e preso sotto l’ala protettrice
Venturiana, di sostituire Madame Bignardi non ci pensa affatto. Tra i volti di
punta a Sky, Cattelan il suo programma di interviste ce l’ha e se lo tiene ben
stretto. Ci prova Daria sottoponendolo a un test che deciderà della barbarica
eredità, ma senza successo. Forse, a giudicare dalle sue risposte, il padrone
di casa di X Factor si aspettava un’intervista più seria e psicologica invece riservata
all’unico merito festivaliero targato Carlo Conti: Arisa. Lei non ci dice molto
più di quanto non avesse fatto un anno fa. E spiace dirlo, ma questo sembra
essere il trend dell’edizione 2015 de Le Invasioni Barbariche. Arrivare alla
fine
delle
interviste pensando: ‘E quindi?’. Accade con vecchie conoscenze del
programma come Fabio Volo e Geppi Cucciari. Con Valeria Golino, nuovo amore
platonico lesbo-chic della conduttrice. Con i due temerari inviati di Enrico
Mentana, Alessandra Sardoni e Paolo Celata, per i quali la Bignardi sembra non
avere alcuna domanda se non capire che aria si respiri nella redazione del tg
della settima rete.
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da youtube.com |
La Daria un tempo barbarica sembra inoltre non
dare troppo peso alle affermazioni imprudenti di Marianna Madia. Affrontando il
tema dell’eutanasia e della sua regolamentazione, il ministro afferma che ‘il
confine tra vita e morte sia un confine complicato da definire’ e che ‘forse è
meglio non fare leggi e lasciare una zona grigia. La zona grigia significa
affidare alla comunità amante di quella persona il discernimento di quel
passaggio così misterioso e che solo chi ti ama e chi ti sta curando può
scegliere per il tuo bene e senza che ci si debba permettere di giudicare
quella scelta’. La Bignardi chiede a questo punto un chiarimento. Forse un guizzo barbarico? No. ‘La
regolamentazione è una regolamentazione
delle
coscienze laddove si capisce che
ogni caso è a se, che una legge probabilmente è troppo rigida e che ogni caso è
troppo diverso per essere inquadrato in una legge rigida’ risponde la Madia.
Peccato che poi tale regolamentazione delle coscienze non basterebbe ad evitare
il carcere al medico non tutelato da una legge ‘troppo rigida’.
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da youtube.com |
Ad essere entrato in quella zona grigia descritta
dal Ministro della Pubblica Amministrazione sembra essere proprio il programma
barbarico. Gli ascolti lo confermano (666.000 telespettatori pari al 3,05% di share), ma non è questo il punto. Il punto è che
spesso si dovrebbe lasciare prima che inizi la caduta, dedicandosi ad altre
attività (cha a quanto pare riescono molto bene) e staccare definitivamente la
spina. I telespettatori amanti capiranno.
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da facebook.com |
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