David di Donatello 2017 - La Pazza Noia


Da qualche anno la notte degli Oscar italiani stende il suo tappeto rosso sulle frequenze di Sky Uno. A fare gli onori di casa Alessandro Cattelan, matador della Pay TV in grado di far sembrare giovane e cool anche un vaso Ming. Nella sua efficacia, il ruolo di Cattelan si adatta al format di cui è protagonista: una maggiore referenzialità sul palco di X Factor cede il passo al cazzeggio filo-americano/britannico di #EPCC. Come i suoi colleghi oltreoceano che ospitano un late show, da James Corden a Jimmy Kimmel, Cattelan ha il suo e come i citati conduttori, anche il buon Alessandro viene chiamato a rianimare le cerimonie di premiazione più prestigiose ma ormai datate. Ahimè Alessandro Cattelan non è James Corden, Jimmy Kimmel o Jimmy Fallon. O meglio. Potrebbe essere, visto il talento, la versione italiana di uno dei tre se abbandonasse, in un'occasione come quella della consegna dei David di Donatello, la referenzialità alla X Factor e si lasciasse andare come fa dietro la scrivania di #EPCC. Lo show al quale abbiamo assistito ieri è stato quasi interamente sacrificato in nome del ritmo e della velocità. Forse per il timore che si potesse andare troppo lunghi, la proclamazione dei vincitori del cinema italiano si è trasformato in una corsa priva si pause, ritmata sì, ma senza alcuna melodia. Si voleva gareggiare nei 200 metri ma si è finiti col correre una maratona. Con Cattelan imprigionato nei panni di Carlo Conti: velocità, gobbi e poco, per non dire niente, pathos. Fortuna che tra i premiati è arrivato il nome di Valeria Bruni Tedeschi, migliore attrice protagonista e vera star della serata. Tra i suoi ringraziamenti anche Basaglia, i suoi vecchi amori e la compagna dell'asilo che le diede un pezzo di focaccia, oltre alla sua "povera" psicanalista. Tutto in linea con il miglior film 2017, La Pazza Gioia, di cui è protagonista insieme a Micaela Ramazzotti. Per il resto la serata è stata una pazza noia. 

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